Dante centenario: cronaca di un incontro rimandato

Dante centenario: cronaca di un incontro rimandato

Dante centenario: cronaca di un incontro rimandato

a cura di Paola Bigatto

11 marzo 21.00
La Bottega dello Sguardo, via Farini 23, Bagnacavallo

Mercoledì 11 marzo 2020, era previsto in Bottega il primo appuntamento del progetto Dante Centenario, a cura di Paola Bigatto. L’appuntamento è stato rimandato, a causa delle dolorose vicende legate alla diffusione del corona virus in Italia. Non sappiamo ancora quando potremo recuperarlo, ma Paola Bigatto ci ha inviato questa deliziosa Cronaca dell’incontro rimandato, cronaca che condividiamo con voi sulle pagine del nostro sito, con la speranza che sia presto possibile vivere insieme questo primo appuntamento del progetto.

Dante Centenario: in Bottega con Dante

di Paola Bigatto

Immaginiamo di essere in Bottega: per chi legge e non c’è mai stato, si tratta di una grande stanza rifasciata di libri e faldoni, con la parete di fondo costituita da una porta a vetri che dà su un giardino dove spiccano delle palme. Immaginiamo che non fosse scoppiata l’epidemia del coronavirus, e immaginiamo che sia la sera del 11 marzo. È previsto l’incontro Dante centenario, da me proposto per prepararci al 2021, anno del VII centenario della morte di Dante Alighieri. Mi sono chiesta in che modo, nei secoli passati, in occasione di queste ricorrenze, sia stata onorata la memoria di uno dei più grandi poeti dell’umanità, del quale io, come sanno i frequentatori della Bottega, gli amici e gli allievi, sono fidanzata. Mi sono posta questa domanda soprattutto in relazione al mondo dello spettacolo, perché il legame tra Dante e gli attori è antico e tenace, se consideriamo che l’atto di dire i versi di Dante è tanto antico quanto (o più) del leggerli a mente.

Ho raccolto in questi anni diversi materiali, ed eccoli qua, appoggiati al grande tavolo bianco, fascicoli, libri, opuscoli, copioni… ed eccomi a mostrarveli, come è tradizione della Bottega.

Il primo fascicolo è il numero del Radiocorriere Tv del 24 aprile 1966, in cui campeggia in copertina Dante, con in mano la sua opera, aperta sul primo canto (Nel mezzo del cammin…), e dietro la montagna del Purgatorio con le sue balze e le sue anime purganti. Si tratta, come dice la didascalia a fondo pagina, dell’affresco di Domenico di Michelino in Santa Maria del Fiore a Firenze: “Si concludono le celebrazioni dantesche”, dichiara la scritta in basso. All’interno del giornale, vari e interessantissimi indizi su come, attraverso il mezzo televisivo e radiofonico, sia stato ricordato Dante Alighieri nel 1965. E’ necessario spulciare attentamente le rubriche, senza lasciarci sedurre dal fascino delle vecchie pubblicità (“Dove c’è una Dreher c’è un uomo”, “Solo 4 pomidoro su 10 diventano Pelati Cirio”) e altre rubriche (L’avvocato di tutti, Risponde il Quartetto Cetra), ma sono i grandi nomi della cultura letteraria del tempo a partecipare di questi eventi, in cui sono coinvolti , per le letture, attori ormai dimenticati ma di solida preparazione accademica.

Un piccolo libretto di poche pagine porta il titolo Altissimi cantus: si tratta della lettera apostolica di papa Paolo VI emanata il 7 dicembre 1965. Solo una frase, tra le molte significative: “Il fine della Divina Commedia è primariamente pratico e trasformante”: ne vogliamo parlare?

Poi un foglio volante: è una pagina dove viene riportato lo stralcio del discorso tenuto da Montale in occasione del congresso di Firenze nel 1965. Qui il futuro premio Nobel cita una studiosa, Irma Brandeis, e la sua The Ladder of Vision, saggio non tradotto in italiano, ma presente in alcune biblioteche. Lo ho trovato, e ve ne leggerei qualche parte, per poi addentrarmi in vari pettegolezzi. Vi anticipo solo che Irma Brandeis, esimia dantista americana, altro non è che Clizia, una delle muse di Montale, mollata malamente dal poeta, spaventato dalle crisi della fidanzata in carica, la celebre Mosca.

E poi, giusto per rimanere più propriamente nell’ambito teatrale, ecco un volume dove spicca un volto di Dante meno oleografico del solito, poiché basato sul Dante di Dalì: si tratta di un testo teatrale di Peter Weiss, l’autore di Marat- Sade e dell’Istruttoria, intitolato Inferno, e pubblicato proprio nel 1965. Ma forse pochi sanno che la più celebre opera dell’autore tedesco, appunto L’istruttoria, opera che riporta gli atti dei processi contro i criminali nazisti, è stata concepita dall’autore come la cantica finale (il Paradiso) di un’opera di cui questo Inferno, una vera e propria riscrittura dantesca, è la prima. Perché il processo ai gerarchi nazisti è il Paradiso? Come Weiss riscrive il suo inferno? Ne parleremo quando ci vedremo…

Poi vi ho portato un mio vecchio copione di uno spettacolo itinerante realizzato a Genova presso la Galleria d’Arte Moderna, in occasione di una mostra sul monumento di Quarto ai Mille, opera di Eugenio Baroni. Cosa c’entra con Dante? Baroni si ispira a Rodin che si ispira a Michelangelo, e questi due artisti avevano una vera venerazione per Dante, che leggevano incessantemente, e che forniva loro materiale immaginario per le loro opere. Così, in questa stretta relazione tra arti figurative e Dante, nel percorso della mostra si incontrano diversi Paolo e Francesca, tra cui il celebre Bacio di Rodin, e una riproduzione della sua Porta dell’inferno. Poi, in una teca, un libro: si tratta della Divina Commedia pubblicata dalla ditta Alinari di Firenze nel 1904, frutto di un concorso lanciato nel 1900 per artisti italiani: ogni concorrente doveva mandare le illustrazioni di almeno due canti del poema. Il progetto editoriale, cui parteciparono i più grandi artisti italiani, ebbe compimento ideale, proprio a seguito del grande successo, con una pubblicazione del 1921, centenario della morte del poema, dal titolo Paesaggi italici nella Divina Commedia: Alinari volle realizzare queste immagini fotografiche come una alternativa alle consuete raffigurazioni del poema. I paesaggi che vediamo (il bulicame, Caprona, il castello di Polenta…) sono seguiti dalle terzine a cui si riferiscono. Sono paesaggi silenziosi, vuoti di umanità, di singolare suggestione. Il libro fotografico è qui, sul tavolo, insieme agli altri.

E gli attori? Il materiale migliore, sebbene non lo abbia in originale, è quello che riguarda il grande centenario dantesco del 1865. Qui si fa fittissima la relazione tra Dante, vita politica, vira artistica…Vi leggo le bellissime cronache delle giornate fiorentine del 1865 a cui parteciparono i più grandi attori italiani (Adelaide Ristori, Tommaso Salvini, Ernesto Rossi…) con aneddoti e incidenti diplomatici in cui Dante è il vessillo del riscatto italiano risorgimentale….

Poi certo, se fossi in Bottega vi mostrerei altro materiale, non solo quello reperito tra questi volumi, ma anche quelli che Patrizia Carroli mi avrebbe messo a disposizione: materiale locale, omaggi minori, ma non meno sentiti, rivolti dalla cultura cittadina a Dante in occasione del suo festeggiamento.

Un ultimo volume: si tratta del catalogo di una mostra il cui titolo semplicemente è Dante ti amo, in cui venne esposto il materiale del collezionista di cimeli danteschi Livio Ambrogio: bellissime immagini di pubblicazioni e opere d’arte in occasione del 1921 e del 1965.

Possiamo salutarci, e se fossimo in Bottega, potrei consigliarvi, ma dubito che qualcuno di voi non lo sappia, che, uscendo di qui e andando a destra verso il centro, sotto i portici, dopo 50 metri, il portone di un palazzo è ornato da due pomi raffiguranti Dante e Beatrice.

A presto!