12 Giu Far circolare la vita
Far circolare la vita
Laura Mariani
Più di cent’anni fa Eleonora Duse pensò e realizzò con le sue sole forze un’impresa importante: la Biblioteca delle attrici, uno spazio bello dove abbandonarsi ai piaceri solitari della lettura o assistere a qualche piccolo evento d’arte, dove incontrarsi e dialogare, uomini e donne, e così imparare. Dove rigenerarsi dal teatro, in vista di altre scene, approfondendone e condividendone la conoscenza e i principi d’azione.
Questo sogno – diversamente declinato, ma sempre nutrito dall’amore per il teatro e dalla conoscenza della sua vita interna e delle sue manifestazioni – periodicamente si riaffaccia nella vicende dello spettacolo, nelle azioni di artisti, artefici e osservatori partecipi di questa arte che è anche un modo di vivere e di guardare il mondo.
La Bottega dello sguardo, che custodisce e mette a disposizione la biblioteca di Renata M. Molinari e i materiali che ha accumulato in decenni di partecipazione attiva alla vita del teatro, rimanda a questo sogno; nasce in un’epoca piena di contraddizioni in cui è necessario non disperdere la memoria, ma allenarla nelle azioni – e nelle relazioni – proprie di una Bottega appunto, anche perché le biblioteche assomigliano sempre più ad archivi. Volumi e carte sembrano come gli scrigni di una soffitta, che conservano tesori e oggetti solamente vecchi. Conservare è solo il primo gesto di un processo infinito che prevede azioni nel presente: leggere, consultare, cercare, scoprire ciò che ci serve o ci piace, togliere la polvere che il linguaggio deposita per le sue continue mutazioni, entrare in relazione e così far circolare la vita.
Nell’era digitale i libri cominciano a essere visti come oggetti del passato, mentre gli appartamenti di città non reggono più il loro peso. I vantaggi, d’altro canto, sono enormi: dal nostro computer possono cominciare viaggi inauditi e ampiamente accessibili. E’ come con il turismo di massa: le spiagge non sono più quelle di una volta ma sono tanti a goderne. Il presente è quello che è, ci piaccia o no: non possiamo che starci dentro, magari cercando un cantuccio incontaminato nei periodi “morti” dell’anno. La Bottega dello sguardo per me è questo cantuccio, dove trovare altro accompagnata dal mio portatile.
Ma in generale, per la città, cos’è questo spazio? E’ uno spazio della memoria del teatro, utile a contrastare la vita effimera e inafferrabile degli spettacoli. E’ uno spazio della memoria della società che produsse quegli spettacoli tra loro diversi. Ma la memoria soffoca se il presente non la provoca continuamente, impedendo imbalsamazioni e rimpianti paralizzanti Dunque questa è una Bottega per chi vuole studiare il teatro e per chi vuole esercitare lo sguardo, ma la sfida più grande è che diventi una Bottega per il rapporto tra le generazioni attraverso il teatro.
Laura Mariani